Mercoledì 11 maggio, dalle ore 11:00 alle ore 14:00, presso l’aula 3.1 di Palazzo Giusso.

La democrazia è a un bivio e una lunga notte è calata su di essa. La crisi sociale ed economica che sta attraversando la società contemporanea ci offre l’immagine di una frattura netta che irrompe nel sistema politico della rappresentanza, stravolge il senso della democrazia, disperde ogni punto di riferimento e si impone come forza distruttrice e creativa al tempo stesso: è a partire da queste contraddizioni reali legate a problematiche vecchie e nuove, accentuate dai processi globali in atto, che si costruisce quel laboratorio delle possibilità frutto di ogni alternativa che si sviluppi dentro e contro un sistema socio-economico che ha esaurito ogni sua funzione storica e sociale.

In una società schiacciata da diseguaglianze, impoverimento, sfruttamento, precarietà e disoccupazione cade l’idea della democrazia liberale come mito del benessere. Le istituzioni hanno smesso di rappresentare i cittadini facendo pesare su di essi il costo del risanamento finanziario quale pretesto per infliggere un duro colpo a diritti sociali e welfare: lavoro, sanità e istruzione vengono sacrificati sull’altare di continui tagli, leggi finanziarie, vincoli economici e pareggi di bilancio che stanno impoverendo sempre di più l’economia reale per spostare risorse e capitali sui mercati finanziari.

L’austerità ha indebolito la democrazia sostituendola con una nuova forma di potere capitalistico autoritario, dall’assetto innovativo, dalle forme mutevoli e post-moderne al punto da essere identificato come ”finanzcapitalismo”. Un duro colpo hanno subìto anche le organizzazioni politiche di massa, sindacati dei lavoratori e corpi intermedi che hanno visto perdere il proprio consenso tra gli strati sociali medio-bassi della popolazione, orfani di rappresentanza politico-sindacale, colpevole un’errata lettura della crisi economica, fino a diventare forze residuali con un limitato potere di contrattazione politica e sindacale difronte a un’oligarchia tecnocratica e finanziaria che gestisce il potere e detiene il capitale su scala globale.

La partita è chiusa? Certo che no! E’ stata proprio la gestione capitalistica della crisi a far scattare la molla del conflitto sociale ridefinendo il campo della partecipazione collettiva e della democrazia radicale per chiedere più diritti e maggiori tutele sociali: la nuova soggettività che sta nascendo ha attraversato con consapevolezza le piazze di mezzo mondo ed ha messo in atto una vera e propria disobbedienza civile. Questa socialità resistente messa in atto dai movimenti anti-austerity, da Occupy Wall St. al Movimiento 15M passando per la Nuit Debout, avrà vinto la propria battaglia, che è la battaglia di ogni cittadino, se si trasformerà da soggettività sociale destituente a forza politica costituente capace di superare la dicotomia tra sociale e politico e riscrivere dal basso le regole di una nuova democrazia affinché la notte possa far posto alla luce del cambiamento.
Interverranno:
Emma Imparato – docente di Diritto Pubblico
Cappelli Ottorino – docente di Scienza Politica
Diego Lazzarich – docente di Storia delle Dottrine Politiche
Sergio Mantile – sociologo e ricercatore presso il CNR

Modera:
Giuseppe Cerreto – Link Coordinamento Universitario